In principio fu Bruce Lee. Certo, in Oriente esisteva già una tradizione di cinema di Kung-Fu, ma in America (e poi in Europa) solo con l'ascesa del ragazzo cinese cresciuto a San Francisco è cominciata la storia dei film di arti marziali. Nelle innumerevoli scariche di pugni, prese e calci volanti non è mai facile distinguere le varie tecniche di combattimento, che spesso si confondono. In questa lista di film ci sono tutte: Kung Fu, Karate, Judo, Kickboxing, il Muay Thai di Tony Jaa fino al micidiale Silat indonesiano visto nel magnifico The Raid. Occhio al grado di attinenza: in linea di massima tre pallini indicano che il film è tutto incentrato sui combattimenti (tornei, lotte o sfide quasi sempre presenti sullo schermo), mentre due pallini segnalano un film di azione, con una trama ben delineata costellata da numerosi scontri e una consistente presenza di arti marziali.
Se I sette samurai di Akira Kurosawa può considerarsi una sorta di precursore del genere, la vera grande tradizione di questo filone comincia in Cina e Giappone negli anni '60. Classici come Le implacabili lame di rondine d'oro o Mantieni l'odio per la tua vendetta pongono le basi di un genere che non dimenticherà mai i suoi punti di riferimento: basti pensare al modo in cui Tarantino in Kill Bill: Volume 2 ha omaggiato i grandi maestri orientali inserendo il personaggio di Pai Mei!
A interpretare il pittoresco maestro di spada, nel film del grande Quentin, altri non è che il mitico Gordon Liu, che nella seconda metà degli anni '70 aveva già fatto la sua comparsa anche sugli schermi occidentali contribuendo, insieme al già citato Bruce Lee e a Jackie Chan, al successo commerciale dei film di kung fu e karate in America e in Europa.
Se questi sono i veri pionieri del cinema di arti marziali, nei decenni successivi il filone esplode dal punto di vista produttivo, con l'uscita di decine di film e la comparsa di una nuova e agguerrita stirpe di “attori-lottatori”: Chuck Norris, Jean Claude Van Damme, Jet-Li, Steven Seagal, Lorenzo Lamas sono solo i più celebri, e malgrado oggi siano fuori dai riflettori del “grande cinema” i cultori dei loro film li considerano tuttora dei miti intramontabili. Onore dunque a Sylvester Stallone per avere omaggiato molti di loro nella serie dei I mercenari - The Expendables, un progetto divertente e al tempo stesso nostalgico che ha mandato in visibilio un'intera generazione cresciuta a pane e calci volanti!
Con il passare del tempo e l'evoluzione tecnologica, i progressi tecnici sono stati notevoli e sono emersi anche curiosi tentativi di miscelare le arti marziali al genere fantascientifico (Mortal Kombat, The One, Tekken). E' anche vero che gli effetti speciali, da soli, non bastano, e talvolta alcune pellicole digitalmente evolute risultano vuote, un po' senz'anima, e fanno rimpiangere le vecchie videocassette o i film di Bruce Lee visti mille volte in tv. Non è un caso, probabilmente, che la migliore saga di kung fu degli anni recenti sia quella di Ip Man, ambientata nella metà del secolo scorso e realizzata in ossequio ai principi dei film di una volta. In modo analogo, la fortunata saga animata di Kung Fu Panda fa leva su ambientazioni retrò: i riferimenti cinematografici sono chiaramenti quelli dei vecchi action-movies cinesi. Chi è in cerca di una ventata di modernità può dare un'occhiata alla sotto-sezione sulle Mixed Martial Arts!
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