Suggestionato dalla cugina Sonia, grande peccatrice, di cui è innamorato, l'occhialuto, nevrotico e vile Boris Grushenko si trasforma in eroe, cimentandosi in un attentato contro Napoleone Bonaparte, invasore della Grande Madria Russia. È il film della svolta (verso il dramma) di Allen, proiettato nel mondo tolstoiano di Guerra e pace per cavarne una stravagante e sgangherata farsa che sconfina talvolta in Dostoevskij.

Durante l'occupazione nazista a Varsavia, una donna viene uccisa e il maggiore Grau sospetta un generale tedesco.

Verso la fine della seconda guerra mondiale, il generale Dietrich von Choltitz riceve l'ordine di bruciare Parigi se divenisse chiaro che gli alleati stessero per invadere, o se non si potesse mantenere il controllo della città. Dopo molte riflessioni, Choltitz decide di ignorare i suoi ordini, facendo infuriare i tedeschi e dando speranza a varie fazioni di resistenza che la città venisse liberata.

Il presidente di una nazione sudamericana sparisce durante un pranzo in un famosissimo locale parigino. Il proprietario viene preso contemporaneamente di mira dalla polizia, dai nemici e dai sostenitori dell'uomo politico il quale, nascosto, si è concesso qualche tranquillo giorno di riposo.

Il film racconta un episodio abbastanza singolare della Resistenza francese. Mentre gli alleati si avvicinano a Parigi, un ufficiale tedesco carica un treno con opere d'arte trafugate che intende portare in Germania.

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