Ex Machina

Ex Machina (2015)

Regia:
Alex Garland
Produzione:
Andrew Macdonald, Allon Reich
Cast:
Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Sonoya Mizuno, Alicia Vikander, Corey Johnson, Claire Selby, Deborah Rosan, Symara A. Templeman, Gana Bayarsaikhan, Tiffany Pisani, Elina Alminas, Chelsea Li, Dan Pappaspanos

Trama

Caleb, un programmatore ventiquattrenne impiegato presso la più grande società informatica del mondo, si aggiudica la possibilità di trascorrere una settimana nel rifugio privato di montagna che appartiene a Nathan, il solitario CEO della società. Ma quando Caleb raggiunge la località remota, scopre che dovrà partecipare ad uno strano ed affascinante esperimento in cui occorrerà interagire con la prima vera intelligenza artificiale al mondo, dalle fattezze di una bellissima ragazza robot.

Quali sono i temi trattati nel film Ex Machina?

Ex Machina è un film che parla di Androidi.

Trailer

1 commenti

  1. Cybbolo5228 giugno 2016, 22:18

    Un vero film fusion assai intelligente: fusion di atmosfere, di contrasti, di citazioni, di rivisitazioni. La fantascienza è un pretesto: questo è un signor film esistenzialista, anche se potrebbe tranquillamente essere citato come il prequel assoluto di tutti i films che hanno come tema la consapevolezza della macchina rispetto all'uomo. Si viene sballottati tra Asimov e i vari terminator o matrix fino all' A.I. di spielberghiana memoria, ma nel frullatore c'è anche il classico gotico di Frankenstein e la classica situazione di contrapposizione e rovesciemnto di ruoli tra vittima e carnefice.Tutto è stupendo contrasto, fin dall'ipertecnologico laboratorio algido contro un paesaggio incontaminato di un verde quasi ipnotico. Una colonna sonora ambigua, tra il new age e il lounge, che rilassa e al contempo agita in ansia, una recitazione che credo sia volutamente sopra le righe nella caratterizzazione dello scienziato pazzo, della ieraticità degli automi, nell'infantilismo del curatore del test. Forse è il solo punto debole, questa recitazione decadentista, ma in chiave di lettura classicista potrebbe essere anche il punto forte: la vodka e la birra a sostituire laudano e assenzio, manichini perfetti e complicatissimi al posto di cadaveri ricuciti rozzamente. Accomuna il tutto, tuttavia, una curiosità e una voglia di vivere che ha del commovente, seppure espresso in maniera assai diversa rispetto a quella de replicante Roy Batty di Blade Runner che soffre all'idea della morte e rispetta all'estremo la vita risparmiando il suo avversario poliziotto.
    Insomma: un ottimo film, pieno di significati, alcuni lampanti, altri più simbolici (i nomi ebraici dei protagonisti, biblici, ma anche presenti tutti e due nella serie di Buffy l'ammazzavampiri, uno nome vero e l'altro del personaggio che lo interpreta), giocato su dialettica, filosofia, pause di riflessione che non annoiano e che aiutano, anzi ad una perfetta immersione nella trama.
    La storia lascia un senso di sgomento quasi shakespeariano: siamo realtà o sogno? Ma siamo troppo codardi, forse, per tagliarci con una lametta per vedere di cosa siamo fatti.

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