Africa subsahariana è il termine con cui vengono raggruppati i 48 stati del continente “nero” situati a sud del deserto del Sahara. Al di là di questa denominazione di uso comune, queste nazioni possiedono molti aspetti che li differenziano l’uno dall’altro, a partire dalle centinaia di idiomi parlati, spesso più di uno nello stesso stato. Gli antropologi, però, concordano sul fatto che la prima civiltà umana e organizzata si è creata proprio in questa zona, nata intorto all’allora fertile territorio ora occupato dal deserto del Sahara. Quali storie, allora, accomunano i popoli di queste terre? Sicuramente il fatto di essere stati il bersaglio del colonialismo europeo fino al ventesimo secolo, ma anche i vastissimi paesaggi in cui l’orizzonte sembra perdersi e il colore tipico della terra bruciata dal sole. Il mondo del cinema è stato evidentemente affascinato da questi luoghi, raccontandone storie di grande coraggio, indagando le ferite inflitte dalle guerre civili e dallo sfruttamento dell’Occidente e trasponendo in pellicola racconti del folklore locale.

 

Ilaria Alpi – il più crudele dei giorni

ilaria alpi

Giovanna Mezzogiorno interpreta la giornalista e fotoreporter del TG3, Ilaria Alpi, in questa pellicola che ne racconta l’ultimo mese di vita a Mogadiscio, in Somalia, dove la Alpi venne assassinata il 20 marzo 1994, nei pressi dell’ambasciata italiana, insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin. La giornalista lavorava dal 1992 in Somalia, dove le sue inchieste si erano soffermate su un possibile traffico d’armi e di rifiuti tossici che avrebbe visto, tra l’altro, la complicità dei servizi segreti italiani.

Hotel Rwanda

hotel rwanda

Un episodio storico realmente accaduto nell’Africa Subsahariana viene trasposto in pellicola: si tratta dell’incredibile storia di coraggio di Paul Rusesabagina che decide di adibire l’hotel di cui è direttore a luogo di rifugio per la popolazione del suo paese durante il genocidio in cui gli Hutu, etnia del Ruanda, sterminarono i connazionali di etnia Tutsi.

 Kirikù e la strega Karabà

kirikù

Questo lungometraggio d’animazione, che prende ispirazione da una favola folkloristica dell’Africa Occidentale, è ricolmo di segni e simboli che rimandano alle difficoltà del continente e delle sue popolazioni ma anche alla loro forza. Lasciatevi trasportare dai colori tipici della terra africana che dipingono lo sfondo delle avventure del piccolo Kirikù che cercherà di liberare il suo villaggio dalla strega Karabà che, guarda a caso, ha sottratto l’acqua dalla fonte del paese e ha ucciso tutti gli uomini, lasciando donne, anziani e bambini a doversela cavare da soli.

Timbuktù

timbuktù

Quando sono i registi africani a raccontare la loro terra il tempo della narrazione rallenta e ci si concentra più facilmente sui dettagli visivi, riuscendo ad assaporare ancora meglio le sfumature di questa terra. E' il caso di questo film, candidato agli Oscar come miglior film straniero, diretto da Abderrahmane Sissako e ambientato nella capitale del Mali, dove la tranquillità che regna nelle dune del deserto viene interrotta dall’arrivo degli jihadisti, i quali impongono la Sharia sconvolgendo la vita della popolazione di Timbuctù soprattutto a causa dell’abolizione della musica, che, tra l’altro, interpreta un ruolo da assoluta protagonista in questa pellicola.

 Mooladè

mooladè

La pratica della mutilazione genitale femminile nelle bambine è, ancora oggi, un’usanza comune, sotto forma di rito di iniziazione, in diversi stati dell’Africa Subsahariana. Questo film del 2004 racconta l'audacia di sei bambine di un villaggio del Burkina Faso che cercano, con la complicità di Collè Gallo Ardo Sy, madre che era riuscita a salvare una delle figlie dal terribile cerimoniale, di invocare il mooladè, una sorta di diritto di asilo considerato sacro e in quanto tale inviolabile. Una ribellione femminile che non avrà vita facile e si scontrerà con il potere maschilista del villaggio.