E' facile provare sentimenti contrastanti nei confronti delle case farmaceutiche: se da una parte, infatti, il mondo dell'informazione è colmo di notizie che vedono i colossi produttori di farmaci protagonisti di bufere legali che li accusano di corruzione, sperimentazioni illecite e rincari di prezzi, dall'altra queste rappresentano i laboratori da cui escono vaccini e cure per le patologie che affliggono la popolazione mondiale. Consapevolmente o meno, il mondo del cinema non contribuisce ad alimentare la reputazione positiva delle case farmaceutiche: esse, i loro dipendenti o gli esperimenti che avvengono nei loro laboratori vengono raccontati in pellicola attraverso episodi controversi e spesso non a lieto fine. 

The Constant Gardener (2005)

the constant

Uno dei tanti thriller che parte con un omicidio sospetto collegato ad un'azienda farmaceutica. Siamo nel deserto kenyota e la vittima è un'attivista che indaga sull'illegalità dei test di un farmaco contro la tubercolosi sviluppato da una multinazionale. Dopo la morte della ragazza, attraverso le indagini portate avanti dal marito, verranno alla luce i reali interessi della casa farmaceutica produttrice del farmaco nel continuare liberamente a compiere i propri test che si mischiano con quelli del Ministero per gli affari estero britannico. 

Il venditore di medicine (2013)

il venditore di medicine

In questo film drammatico e ansiogeno Claudio Santamaria interpreta Bruno, un informatore farmaceutico il cui impiego consiste nel convincere i medici a prescrivere ai loro pazienti le medicine che produce l'azienda per cui lavora. L'opera di convincimento viene portata avanti, senza farsi scrupoli, con la promessa di alcuni regali e favori ai medici prescriventi. Il protagonista si ritrova invischiato in una scalata verso un apparente successo lavorativo che lo farà scontrare con la crisi della sua sfera personale. 

Amore e altri rimedi (2010)

amore e altri

Questa volta il rivenditore di medicine ha il volto di Jake Gyllenhaall ed è un ex studente di medina, un ex lavoratore onesto che, una volta licenziato, decide di avvicinarsi al mondo delle case farmaceutiche per guadagnare più soldi e più facilmente. Tra le varie peripezie in cui si imbatterà per innalzare le vendite di uno psicofarmaco conoscerà in ospedale una paziente speciale, che gli mostrerà nuove sfumature della vita. La pellicola, non banale come la traduzione italiana del titolo, concede uno spaccato realistico sul mondo dei rivenditori di farmaci senza risultare troppo pesante.  

150 milligrammi (2016)

150 mg

Puntando la cinepresa su una storia e una protagonista più eroiche troviamo la coraggiosa pneumologa Irene Frachon al centro di questo lungometraggio, mentre cerca di abbattere il muro di omertà che protegge gli ingenti e loschi affari di una grande azienda farmaceutica rivelando la connessione tra numerosi decessi e l'assunzione di un farmaco dimagrante. Le vicende raccontate nel film sono realmente accadute e raccontate dalla vera dottoressa Frachon in un libro, dopo la pubblicazione del quale essa è stata denunciata dall'azienda farmaceutica in questione. 

Dallas Buyers Club (2013)

dallas buyers

Qui si va sul sicuro. Oscar come miglior attore protagonista a Matthew McConaughey e come miglior attore non protagonista a Jared Leto in questa trasposizione cinematografica della vita di Ron Woodroof, operaio texano con la passione per il rodeo e le belle donne, che contrae l'HIV nel 1985. Il rude Woodroof conosce in ospedale una dottoressa disposta a rischiare la sua posizione per il bene dei pazienti e il transgender Rayon, anch'egli sieropositivo. Questi saranno alcuni dei suoi compagni di avventura durante i trasferimenti da e per il Messico dove Woodroof scopre che l'utilizzo della proteina "peptide T" allevia i sintomi dell'HIV senza dare pesanti effetti collaterali, tipici invece delle terapie propinate negli ospedali americani in quegli anni ai malati di Aids, pungolati dalle case farmaceutiche. Un insolito Robin Hood dei sieropositivi con il quale è impossibile non simpatizzare.

Sicko (2006)

sicko

Quando Michael Moore decide di approfondire un capitolo della storia americana non lascia indietro nessun dettaglio. In poco meno di due ore di documentario il regista e scrittore passa al microscopio quelli che, secondo lui, sono i problemi della sanità nel suo paese di origine. Lo fa denunciando apertamente la mancanza di un sistema sanitario adatto ai meno indigenti, come invece è previsto in quasi tutti gli altri stati occidentali. Moore punta il dito contro il mondo delle assicurazioni sanitarie e quello dei farmaci che hanno portato avanti i loro interessi monetari a scapito della saluta del popolo americano. Attraverso testimonianze di chi ha perso i familiari a causa di mancata assistenza, di americani trasferiti in altri paesi dove il sistema sanitario è pubblico e di alcuni medici che hanno spontaneamente dichiarato il totale interesse al guadagno delle compagnie assicuratrici, Moore delinea un'America incapace di garantire l'uguaglianza a tutti i suoi cittadini per quanto riguarda le cure mediche.