Come sanno i più eruditi cultori della narrativa orrorifica, il termine zombie deriva dal folklore haitiano, e alcune di queste originarie connotazioni esotiche hanno avuto, specialmente nella prima metà del secolo scorso, propaggini anche cinematografiche. Nel tempo, le suggestioni vudù sono gradualmente evaporate, ma i morti viventi non hanno mai smesso di popolare i grandi (e ora più che mai anche i piccoli) schermi. Risultato: una serie interminabile di pellicole entrate di diritto nell'immaginario collettivo: da La notte dei morti viventi a World War Z, passando da 28 giorni dopo, REC e molti altri. Grandi star e facce sconosciute, commedie horror e cartoni animati, saghe, sequel e serie TV... il tema sembra inesauribile!

La sovrabbondanza produttiva ha portato inevitabilmente allo scadimento della qualità media. Il nostro sito offre la lista completa dei film sugli zombie, un compendio che sfiora i 400 titoli! Orientarsi in quella selva di cadaveri ambulanti, tuttavia, non è semplice: come distillare le opere di pregio dalle porcherie? I piccoli gioielli a basso costo dalle mega-produzioni senza anima? I film "di rottura" da quelli più banali? Può aiutarci il parere di Rudy Salvagnini, critico cinematografico, sceneggiatore di fumetti, scrittore, senz'altro uno dei massimi esperti di "film di paura" in Italia. Il suo Dizionario del cinema horror è (o perlomeno dovrebbe essere!) la Bibbia di ogni appassionato del genere. La sua ultima pubblicazione è il secondo volume de Il cinema dell'eccesso.

Per evitare di disperdere in troppe direzioni la sua sapienza in materia, abbiamo deciso di concentrarci su un sottogenere cinematografico specifico, scegliendo quello appunto degli zombie.

Rudy Salvagnini, tra i molti filoni del genere horror, quello dei morti viventi si presta più di altri a una lettura sociale o politica. Alcune pellicole, tra cui ovviamente da 'Zombi' del 1978, presentano chiari elementi metaforici: il consumismo, l'avidità, la violenza insiti nella civiltà occidentale. Quali opere, o quali autori, meritano uno sforzo interpretativo in questo senso?

Prima di Zombi, è stato La notte dei morti viventi a introdurre elementi sociopolitici di grande forza ed efficacia creando ex novo un sottogenere e cambiando per sempre il genere horror. La notte dei morti viventi ha aperto un’inedita stagione di horror politico, contimthumb grande uso della metafora, che alla fine degli anni ’60 e negli anni ’70 ha popolato gli schermi di film strani, feroci e anticonvenzionali. Diversi di questi erano film sui morti viventi., come per esempio La morte dietro la porta di Bob Clark, potente rilettura dello spunto alla base del racconto La zampa di scimmia di W.W. Jacobs alla luce della guerra nel Vietnam. A quella irripetibile stagione ho dedicato, molti anni fa, un lungo saggio suddiviso in tre parti per la rivista Nosferatu. Poi, quando i tempi sono cambiati e l’horror si stava in parte normalizzando, è arrivato Zombi a riportare in primo piano la critica sociale al suo interno con una capacità di analisi devastante.

Mi pare doveroso omaggiare George A. Romero per il suo contributo alla cinematografia su questo argomento, sia in termini di fedeltà al filone, sia per la sua capacità di introdurre significative variazioni (penso a 'La città verrà distrutta all'alba', uno dei primi a proporre il tema dell'infezione virale, degli zombie affetti da rabbia). Quali sono i principali meriti da ascrivere al compianto regista?

Come ho detto prima, Romero ha rivoluzionato il genere horror. Esiste un horror prima e dopo La notte dei morti viventi. Già solo questo è un grande merito che nessuno può togliergli, anche se purtroppo, per tanti motivi, non ne ha potuto cogliere appieno i frutti. Se consideriamo al successo che ha avuto il concept che lui ha creato e a quanti ci hanno fatto valanghe di soldi al posto suo, mentre lui trovava difficoltà a farsi finanziare i suoi film, non possono che venirci in mente - a me vengono in mente, almeno - quei versi di Bob Dylan: “I’ve made shoes for everyone, even you, while I still go barefoot”. Romero è stato un autore di grande integrità, di dawnarrowtheatrical02notevole inventiva e di grandi capacità narrative, naturalmente anticonvenzionale. Era anche un autore fortemente versatile, costretto dalle circostanze a focalizzarsi su un argomento che sicuramente gli piaceva, ma altrettanto sicuramente non era l’unico che avrebbe voluto trattare. Se si vedono i film che ha fatto immediatamente dopo La notte dei morti viventi e Zombi (There’s Always Vanilla e Knightriders) si capisce bene come avrebbe voluto affrancarsi dall’horror zombesco per fare (anche) altro. Ha fatto meno film di quelli che avrebbe voluto e che per il bene nostro e del cinema sarebbe stato bello avesse fatto, ma ha lasciato una filmografia varia e piena di film unici e di grande valore: per esempio, chi avrebbe potuto fare un film come Martin se non lui?

Il cinema cosiddetto "di genere", quasi per definizione, "deve" presentare degli elementi immutabili, caratteristiche che il pubblico si aspetta di ritrovare. Questo da un lato facilita gli sceneggiatori, dall'altro rende difficile l'introduzione di elementi di novità. Quali sono i film di zombie, magari anche non del tutto riusciti, che hanno avuto la capacità di sorprenderti per originalità?

Il genere zombesco, con la sua moltitudine di titoli, è spesso ripetitivo e questo è un grave limite. Senza andare a rivangare troppo nel passato, mi sento però di citare almeno Dead Set e Zombie contro zombie, due film (il primo è una miniserie televisiva, per ladeadset4 verità) che hanno saputo trovare elementi originali nella sostanza o nella forma.

Più in generale, ci sono pellicole di pregio rimaste misconosciute? Opere sfortunate dal punto di vista commerciale, o più semplicemente dimenticate ma degne di essere recuperate dagli appassionati del genere?

Uno degli horror che ho sempre trovato tra i più affascinanti, sin da quando l’ho scoperto in una visione notturna in una tv locale nei primi anni ’80, è Il messia del diavolo, che rielabora in modo originale e estremamente inquietante il concetto dei morti viventi. Un altro film affascinante e originale è Lemora la metamorfosi di Satana, che rielabora in chiave horror e allegorica l’immaginario fiabesco. Entrambi i film non hanno avuto successo (il regista del secondo non ha più diretto alcunché): avrebbero meritato maggior fortuna.

Talvolta è il progresso tecnologico a suggerire nuove possibili declinazioni a filoni ormai asfittici. Le masse contemporanee, acefale, instupidite dagli smartphone presentano caratteristiche simili agli zombie. L'unico che ha provato (con esiti mediocri) a toccare l'argomento è stato 'The Cell'. Penso che ciò che Cronenberg riuscì a dire della TV con 'Videodrome', non sia stato ancora espresso riguardo ai nuovi, onnipresenti media. Sei d'accordo?

cellFilm che hanno posto al loro centro i telefonini ce ne sono stati diversi, prima di Cell: per esempio il sudcoreano Phone o The Call - Non rispondere di Miike Takashi con i suoi seguiti e remake americano. Però si è rimasti in superficie, non si è andati al cuore della questione, limitandosi - nei casi che ho citato (Cell a parte, quindi, che presenta altre caratteristiche) - ad adattare a un mezzo diverso lo stile e gli spunti di Ringu. Una simile superficialità contraddistingue anche gli horror sui social network, anche se in quest'ultimo caso c’è stata talvolta forse una maggiore ricerca sotto il profilo della forma (Unfriended e Cam).

In una delle sue ultime interviste, Romero manifestava il desiderio di realizzare un'opera horror che avesse un sottotesto di analisi economica, con riferimento alle ormai inarrestabili sperequazioni monetarie mondiali. C'è a tuo parere un autore che avrebbe le capacità per maneggiare questo materiale narrativo?

Al momento non vedo nessuno che - al di là delle capacità - sia particolarmente interessato a un argomento del genere. Ed è un peccato. Romero con La terra dei morti viventi aveva un po’ trattato l’argomento, ma perifericamente. Comunque, l’horror è un genere capace di sorprendere e rigenerarsi in qualunque momento per cui non si può mai dire cosa succederà.

Commedie e parodie sul tema non mancano. Spesso, però, alla base c'è un approccio che definirei "splatter autoindulgente", incline a sconfinare in una comicità trash. Questo, combinato a budget esigui, ha portato a una proliferazione di pellicole sciatte e dilettantesche. Quali sono le migliori declinazioni comiche del filone zombie?

La commedia zombie di solito è una iattura, ma ci sono delle eccezioni. L’alba dei morti dementi, per esempio, è un ottimo esempioScreenshot 2014 08 17 10 13 45 0 di commedia con gli zombie, capace di essere al tempo stesso horror (e rispettosa del genere) e divertente. Per questo piaceva molto a Romero, che invece detestava Il ritorno dei morti viventi, che invece a me piace (e che è più horror che commedia, ma contiene svariati momenti comico-sarcastici, che sono anche i suoi migliori momenti). Fido è una commedia zombie molto buona e persino sofisticata. Anche Benvenuti a Zombieland, con i suoi difetti, è un film vivace e divertente. Poi ci sono film più diseguali, ma con momenti divertenti come Goal of the Dead, o altri che hanno alcune cose buone in un contesto meno brillante come Manuale scout per l’apocalisse zombie. O film in bilico tra l’horror e la parodia come Zombeavers. Sicuramente ce ne sono altre, di buone commedie, che non mi vengono in mente, come ce ne sono un sacco di pessime che cerco di dimenticare. E poi c’è anche l’indimenticabile Io zombo, tu zombi, lei zomba.

Ci sono un paio di opere recenti su cui mi piacerebbe conoscere la tua opinione: il coreano 'Train to Busan', e il "nostro" 'The End? – L'inferno fuori'. Li hai visti?

Train to Busan mi è piaciuto molto. L’ho trovato un film potente e coinvolgente, realizzato benissimo: non dice cose molto nuove, ma le dice benissimo. The End? - L’inferno fuori l’ho trovato molto interessante: sviluppa un concetto semplice, ma curioso e originale. Una vera e propria sfida stilistica, che possiamo ritenere vinta.

L'ultima domanda è sempre uguale, ma risulta vagamente imbarazzante da rivolgere a un critico cinematografico: il tuo film preferito?

la notte dei morti viventiNon ho dubbi: La notte dei morti viventi. Prendo alla lettera la domanda e cioè indico il mio film preferito, che non è necessariamente quello che considero il più bello in assoluto. Dovessi scegliere il film migliore della storia del cinema sarei un po’ più in difficoltà, ,ma comunque credo che non sarei molto rivoluzionario (forse sceglierei uno tra Quarto potere e Il posto delle fragole, ma ce ne sono molti in ballo).