Nato come forma di intrattenimento, il cinema si è fin da subito rivelato un potentissimo strumento di condizionamento sociale. Cento anni fa il grande schermo era in grado di manipolare masse di milioni di uomini. Oggi probabilmente non è più così, ma tantissimi insegnanti usano i film per integrare il prorio lavoro. Esiste inoltre un'imponente produzione cinematografica sui temi inerenti la scuola, l'educazione e l'insegnamento.
Abbiamo parlato di questi argomenti con Alessandro De Concini, esperto di didattica e apprendimento, nonché infaticabile divulgatore nell'ambito di neuroscienze, sistemi di studio, mnemotecniche e più o meno tutto ciò che ha a che fare con il funzionamento del cervello.
Alessandro, nella commedia 'Bad Teacher' la protagonista basava il 100% della sua didattica sulla visione dei film. Che ne pensi dell'uso del cinema come strumento di insegnamento?
Senza arrivare a questi eccessi, penso che possa essere uno strumento formidabile! In generale trovo che in ambito didattico sia sempre preferibile un approccio vario, multidimensionale. Troppo spesso, in altre parole, si pensa all'insegnamento come ad una trasmissione di informazioni immutabile e granitica. Al contrario, nel contesto di un metodo aperto e composito, il cinema può senz'altro aggiungere una dimensione importante, specialmente se i film vengono proposti agli studenti in una fase "successiva": in seguito a una discussione, o comunque dopo avere affrontato un argomento da altri punti di vista. Ricordo che il mio professore di filosofia ci fece vedere anni fa Matrix, e anche se all'epoca avevo apprezzato più che altro il lato spettacolare dell'opera, in seguito ho capito che c'erano altri e più profondi "livelli di lettura".
Quali pensi che siano i principali vantaggi di un uso "ragionato" del cinema per la didattica?
Ci sono tre motivazioni principali, a mio avviso, che giustificano e avvalorano l'uso dei film come strumento educativo. Il primo è insito nel concetto di "storia": la narrazione, nel corso dei secoli, è sempre stata un elemento fondante nella trasmissione culturale. Assistere alle vicende dei personaggi di una pellicola, per i ragazzi (o in generale per un pubblico), implica un coinvolgimento emotivo spesso impossibile da ottenere con la sola dimensione nozionistica.
La seconda ragione risiede nella multisensorialità: l'elemento visivo aiuta a veicolare i contenuti; si tende a ricordare meglio un film di una lezione, perciò "rinforzare" i concetti attraverso la visione di un film o di alcune scene può portare un decisivo vantaggio mnemonico.
Il terzo motivo è in qualche modo una sintesi dei primi due, nel senso che il cinema a volte dà una forma concreta e tangibile a concetti che fino a quel momento sono stati studiati solo in forma teorica: il film può essere basato su una storia vera o contenere un'applicazione reale di qualche idea fino a quel momento incontrata solo sui libri di testo. Il punto è che attraverso lo schermo si aggiunge un elemento di esperienza che può facilitare l'apprendimento.
Quali sono a tuo parere i film più significativi sulla didattica, intesa in senso allargato, anche al di fuori dei banchi di scuola? Negli ultimi anni, per esempio, un film di grande impatto è stato 'Whiplash': è la storia di un giovane, ambizioso batterista che incontra un insegnante talmente severo da apparire sadico. Lo hai visto?
L'ho visto e mi è piaciuto molto. Qualcuno lo ha criticato dando per scontato che volesse proporre una sorta di modello didattico, ma non è così: il film non fa che rappresentare una situazione, e dal mio punto di vista i concetti fondamentali che emergono sono due: anzitutto nella vicenda si evidenzia tutto quello che un maestro "non" deve essere: non dovrebbe demoralizzare, tantomeno umiliare. La seconda lezione della pellicola è semplice: l'eccellenza si paga. Non si possono raggiungere certi livelli, in nessun campo, senza fare enormi sacrifici.
Parliamo del film per eccellenza sul rapporto tra insegnante e studenti: 'L'attimo fuggente'.
E' un film che ho amato molto, perchè sottolinea l'importanza dell'aspetto umano nell'insegnamento, del coinvolgimento emotivo dei ragazzi, della necessità, durante la formazione, di "tirare fuori quello che si ha dentro". Al tempo stesso, devo dire di considerare questo film un po' incompleto, perchè nel dare risalto al personaggio principale finisce un po' per svilire il ruolo degli altri professori, votati ad un approccio più convenzionale ed analitico. In altri termini credo che nello studio servano entrambi gli atteggiamenti, quello instintivo/espressivo e quello più razionale.
Altri titoli che ti vengono in mente sulla didattica e l'apprendimento?
Trovo che 21, nella sua leggerezza, contenga alcuni passaggi brillanti sulle "trappole dell'intuizione" e su come dovrebbe funzionare il cervello di un matematico.
Alcuni anni fa ho visto La classe, di Laurent Cantet. Mi ha colpito il modo in cui il regista è riuscito a rappresentare le dinamiche interne all'aula: i rapporti tra gli studenti e quelli tra questi ultimi e gli insegnanti. Si tratta di tensioni generazionali e sociali che in Francia sono emerse qualche anno fa ma ormai sono in crescita anche nelle scuole italiane. La speranza è che si riesca a gestirle all'insegna dell'integrazione anche se talvolta sembra emergere una tendenza in senso contrario. Vorrei ricordare anche American History X, un film che mi colpì molto la prima volta che lo vidi. Anche in quella pellicola c'erano numerosi spunti di riflessione sul ruolo della scuola e sui modelli educativi.
Hai visto 'Gifted – Il dono del talento'? Lì emerge il tema dei bambini prodigio, delle difficili scelte educative che si impongono nei confronti di ragazzini straordinariamente dotati.
Sì, mi è piaciuto e l'ho trovato interessante come tutte le opere che affrontano il tema del talento e dell'impegno che serve per coltivarlo. Da appassionato di scacchi posso citare anche In cerca di Bobby Fisher: è incentrato proprio su questo aspetto, e inoltre contiene un altro degli elementi-chiave dell'insegnamento, ovvero l'importanza della figura del Maestro: da Yoda in giù, sono tantissimi i film in cui emerge l'importanza di un mentore nel percorso formativo.
Ultima domanda: il tuo film preferito in assoluto?
Ho visto Blade Runner almeno cinquanta volte! Devo dire che malgrado abbia ricevuto alcune critiche severe, ho apprezzato molto anche il sequel Blade Runner 2049, uscito l'anno scorso.