118124210274In principio fu Super Mario. Era il 1993 e, per la prima volta nella storia, il personaggio di un videogioco diventava il protagonista in carne e ossa di un vero film. Prima di allora la relazione tra i videogames e il cinema era stata unidirezionale in senso opposto, ovvero succedeva che, sull'onda del successo commerciale di un film, venisse prodotto il relativo gioco: pare che il primo sia stato Death Race, nel 1976, basato sul quasi omonimo fanta-thriller (Death Race 2000) dell'anno precedente.

Da allora i due mondi si sono compenetrati innumerevoli volte, con risultati notevoli dal punto di vista commerciale ma discontinui a livello qualitativo. In sintesi è possibile individuare tre filoni produttivi che riassumono i rapporti tra il cinema e il mondo videoludico: 1) i film basati su videogames. 2) i videogames tratti dai film. 3) Le pellicole che contengono i videogiochi come soggetto dell'opera: è il caso del recente Ready Player One.

13166031 10208246908282415 7200295610087545223 nPer fare chiarezza abbiamo cercato di individuare un'autorità in materia. Chi poteva aiutarci meglio di Mario Petillo? Ex caporedattore di Spaziogames.it, esperto di videogiochi, con studi di sceneggiatura alle spalle. Gli abbiamo fatto qualche domanda.

Mario, partiamo dalla fine: che ne pensi di 'Ready Player One'?

Penso che sia un prodotto godibile, ma riguardo a quest'opera devo dire di sentirmi, nel mio ambiente, un po' controcorrente. In generale, nel mondo degli appassionati di games il film di Spielberg ha incontrato una risposta entusiastica. Intendiamoci: la cosa è comprensibile, dato che la generazione a cui mi riferisco (quella dei ragazzi nati negli anni '80 e '90) ha potuto assistere ad un accumulo citazionistico senza precedenti. Personalmente però, ho trovato eccessiva questa proliferazione di riferimenti; anche se era un'intenzione dichiarata del regista, mi è sembrata una trovata un po' fine a se stessa: efficace per solleticare il pubblico, non per fare di Ready Player One un grande film.

Hai voglia di ripercorrere un po' la tua storia di videogiocatore rispetto ai titoli tratti dai film?

Negli anni '80 c'erano già state alcune significative trasposizioni (per esempio Krull e Gremlins, entrambi dell'Atari, ndr), ma con i primi anni '90 la produzione è cresciuta. Personalmente ricordo bene che nel 1990 Nes rilasciò il gioco legato alla serie TV della Disney Duck Tales. La cosa interessante era che il gameplay era basato sui personaggi ma senza ricalcare nessuna delle trame televisive. Questo rendeva l'esperienza di gioco davvero divertente. Poi la Disney ha intelligentemente riproposto questa formula con diversi titoli famosi tratti da Classici come Aladdin, Il Re Leone e tanti altri.

In seguito come si è evoluta la storia delle trasposizioni dal cinema al videogame?

Poi questa modalità narrativa ha lasciato spazio al cosiddetto Tie-in: si tratta di un tipo di adattamento che consiste nel riproporre il plot della pellicola in forma di gioco digitale. A memoria, credo sia stato Toy Story (per la Playstation 1) il primo a sperimentare questa modalità; in ogni caso per molti anni la formula del tie-in è stata la più gettonata. Il problema è che ricalcando toy st2pedissequamente l'andamento del film veniva a mancare qualunque elemento di novità dal punto di vista della storia. Non c'era stupore e mancava del tutto l'effetto sorpresa. La sovrapposizione tra gameplay e film era tale che spesso a raccordare le fasi del gioco erano vere sequenze della pellicola. Thor della Marvel è stato uno degli esempi più piatti da questo punto di vista. Non a caso dopo quel film, e cioè all'incirca dal 2010, hanno interrotto questo tipo di adattamento.

Oggi è ancora possibile individuare una modalità standard, o quantomeno una tendenza, nelle varie trasposizioni?

Direi di no. Esiste più che altro una moltitudine di progetti che hanno tagli e impostazioni differenti, senza che sia possibile, a mio parere, individuare un filone o una modalità prediletta: c'è stata qualche anno fa l'esperienza di Activision, che con Skylanders ha traslato in un videogioco i pupazzetti legati alla serie di cartoni animati televisivi. L'operazione più interessante, a mio avviso, la sta conducendo la Warner sfruttando l'universo Lego: da alcuni anni ha intensificato una produzione che parte dall'immaginario fumettistico (sia Marvel, sia DC) per comprendere i cartoni animati seriali, i film cinematografici e anche i videogiochi. In tutti i casi la qualità dei prodotti è decisamente alta. Un'altra possibile declinazione può considerarsi il nuovo progetto di Nikelodeon, che ha previsto per ottobre l'uscita del videogioco dedicato a SpongeBob e alle Tartarughje Ninja, un kart racing game sullo stile di Mario Kart. Infine, esistono nuovi giochi che semplicemente si ispirano a pellicole del passato: il recente Neverout è chiaramente basato sul cult di fantascienza Cube del 1997.

Spostiamoci sul versante opposto, quello dei film ispirati ai giochi. Ti nomino qualche titolo celebre del genere: 'Tomb Raider', 'Resident Evil' e 'Silent Hill'.

Beh, il primo Tomb Raider non era affatto male, ma ti dirò che ho preferito l'ultima versione, quella con Alicia Vikander: un buon 5584967 jpg r 640 360 f jpg q x xxyxxprodotto di intrattenimento, e senz'altro anche più fedele del predecessore allo spirito del gioco. Resident Evil è decisamente promosso, ma anche in questo caso mi riferisco al primo episodio, poi è stato una discesa inesorabile verso gli ultimi, pessimi film. Silent Hill è stato a sua volta un horror più che sufficiente. Tra i titoli di quella generazione sento di dover spendere qualche parola su Final Fantasy del 2001: ecco, quella si può davvero considerare una pietra miliare: pur essendo svincolato dal gioco dal punto di vista narrativo, riproponeva le stesse atmosfere. Inoltre è stato il primo lungometraggio interamente realizzato con quel tipo di resa grafica.

Che mi dici riguardo alle produzioni più vicine nel tempo?

C'è di tutto: è uscito da poco Rampage, che riprende liberamente, e un po' disordinatamente, i mostri del vecchio gioco. Ho già citato la versione recente di Tomb Raider, e non è male il nemmeno nuovo Hitman; ho trovato invece inguardabile Warcraft: è fatto davvero male ed è stata una disdetta, perché la regia di Duncan Jones (autore dei validi Moon e Source Code, ndr) aveva illuso molti appassionati di World of Warcraft! Al contrario, trovo che Assassin's Creed sia stato giudicato troppo severamente dalla critica. Probabilmente solo conoscendo a fondo il videogame si coglie pienamente il senso dell'operazione: data la difficoltà di partenza, a mio parere il risultato è positivo.

Altri titoli recenti di pellicole a tema videogames?

Ci sono un paio di casi particolari che vale la pena citare: uno è Pixels, gustoso omaggio all'immaginario videoludico degli anni '80, con tanti personaggi amati dalle generazioni dell'epoca come Pac-Man e Donkey Kong. L'altro è Hardcore che, pur non essendo tratto da un gioco, tenta di riproporre la dinamica in prima persona tipica degli "sparatutto" anni '90. L'idea poteva essere untitledinteressante, ma un intero film in soggettiva, senza il coinvolgimento "attivo" del giocatore, alla fine non funziona: si proponeva di essere la nuova frontiera del cinema adrenalinico e paradossalmente ha finito per risultare noioso.

Vorrei chiederti anche un parere sui film che hanno come soggetto giochi e console. Quindi non "basati" sui videogames ma piuttosto opere in cui i personaggi hanno a che fare con l'esperienza videoludica. Hai già parlato di 'Ready Player One', ma ce ne sono diversi altri.

In questo ambito l'opera più importante in cui mi sono imbattuto negli ultimi anni è Dad of Light: è una magnifica serie-tv giapponese in cui un ragazzino gioca a Final Fantasy XIV (un MMORPG - Massively Multiplayer Online Role Playing Game, ovvero un'avventura on-line per una moltitudine di giocatori, ndr). Quando il padre va in pensione, e in seguito cade in depressione, il ragazzo gli regala una Playstation e lo introduce nel mondo di Final Fantasy. Poi, in maniera anonima, lo aiuta nel mondo virtuale del gioco creando con lui un legame che nella vita vera i due non erano mai riusciti ad instaurare. La storia mi ha colpito per il suo lato umano, così come mi ha toccato profondamente la visione di Ben X: un altro caso in cui l'esperienza di gioco altamente immersiva ha un ruolo cruciale negli sviluppi psicologici del protagonista.

Ricordi 'Nirvana' di Salvatores? Correva l'anno 1997 e all'epoca sembrò un progetto pionieristico.

solo shotE' un film che ho recuperato proprio in vista di questa conversazione. Ero estremamente curioso a riguardo e devo riconoscere che l'operazione fu coraggiosa. Certo non è semplice valutarlo con gli occhi di oggi: emerge un eccesso di citazionismo, oltre a qualche debito di troppo nei confronti di Blade Runner, ma forse il limite principale è una certa superficialità nei contenuti: approfondire alcuni aspetti legati alla realtà virtuale e alla coscienza del gioco avrebbe dato maggiore spessore alla pellicola. Peccato, perché le premesse erano ottime e proprio in quegli elementi un po' trascurati c'era il potenziale per un film straordinario. Resta quindi una vaga sensazione di rimpianto!

Ultima domanda: il tuo film preferito in assoluto?

Mary Poppins. La mia formazione è interamente basata su Walt Disney e il modo in cui ha saputo comunicare alcune sue idee è sempre stato fuori dal normale: basta pensare al fatto che, nella vicenda, la missione di Mary Poppins è quella di "salvare" il padre, George Banks, e non i bambini! La storia dell'adattamento cinematografico della favola scritta da Pamela Travers è ben raccontata anche in Saving Mr. Banks, con Tom Hanks nella parte del grande Walt.